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ASTRA RICERCHE: TRA I TITOLARI PREVALGONO COMBATTIVITA' E OTTIMISMO

(pubblicato il 09/10/2013)

A fornirla l’indagine sulla farmacia davanti al cambiamento, firmata da AstraRicerche e presentata venerdì a Farmadays, l’appuntamento veronese dell’Utifar. Condotta attraverso circa 500 interviste a titolari di tutto il Paese, la ricerca fotografa percepito e vissuto della categoria rispetto alla realtà quotidiana del banco, alle soddisfazioni personali e ai problemi del presente.
 
Nella metà della lavagna riservata alle cause di insoddisfazione, così, i titolari riportano la mancanza di apprezzamento da parte delle istituzioni, del Ssn o delle Asl (voti tra il 5.5 e il 5.7), l’immagine che danno di loro i mass media (5.5) e i rapporti con le Regioni (5). Ma i disagi arrivano anche dalle performance dell’azienda farmacia: causano insoddisfazione la redditività attuale del farmaco (4.8), la profittabilità dei servizi (4.6) e infine il valore patrimoniale che oggi può vantare la farmacia.
Attenzione, però, anche al bicchiere mezzo pieno: la soddisfazione per il proprio ruolo professionale viene sempre avvertita con varia intensità da quasi l’80% dei titolari (molto elevata per il 28%, rilevante per il 48%) e se nella categoria un farmacista su sedici ammette di voler mollare tutto appena possibile, il 58% esprime volontà di crescere, il 56% si dice pronto a reagire e combattere, il 47% avverte un’apertura “imprenditoriale” al cambiamento e il 41% lascia trapelare speranza. E fa pensare il fatto che tra coloro i quali riportano gli orientamenti più positivi prevalgano i titolari giovani o donne, quelli del Centro-sud e dei comuni più piccoli.
 
Interessanti anche i dati sulla percezione che hanno i titolari della redditività della propria impresa. Per quanto concerne il farmaco (etico e non), solo il 21% riferisce di una sostanziale stabilità dei fatturati negli ultimi 5 anni, il 49% parla di una lenta erosione e il 30% di un veloce decremento. C’è allora chi cerca di investire nell’area commerciale della farmacia, ma le esperienze sono eterogenee: il 92% dei titolari riferisce di avere un reparto dedicato alla cosmesi, ma solo il 44% lo presidia con personale distaccato apposta; i prodotti per l’infanzia hanno un reparto riservato nell’83% dei casi, ma soltanto il 13% degli intervistati dispone di personale dedicato. Ancora molto da fare, infine, sul fronte servizi: quasi tutte le farmacie offrono misurazione della pressione, peso e altezza, ma quando si passa a prestazioni più “sofisticate” le percentuali crollano: intolleranze e Cup sono presenti in meno della metà del campione, holter pressorio nel 30%, elettrocardiogramma in una farmacia ogni sette, spirometria una ogni venti.