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47° RAPPORTO CENSIS, CRESCE LA SANITA' PRIVATA MA MANCA UN DISEGNO COERENTE

(pubblicato il 09/12/2013)

Sono i dati principali forniti dal capitolo farmaci del 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Presentato questa mattina a Roma, lo studio dà conto delle difficoltà in cui si dibatte il nostro welfare in questi difficili anni di crisi. Difficoltà che non dipendono tanto o solo dalle risorse: la spesa pubblica per la protezione sociale ammonta a quasi il 30% del Pil e dal 2008 è cresciuta di circa il 3,2%. Queste risorse tuttavia vengono utilizzate male, perché nella Sanità cresce il ricorso al privato e all’intramoenia (ossia l’attività libero-professionale dei medici del Ssn): quasi il 90% degli italiani ha pagato di tasca propria per l’estrazione di un dente, il 57% per una visita ginecologica, il 36% per una riabilitazione motoria. Risultato, cresce la percezione di un Ssn sempre più arroccato: per il 41,2% degli italiani, la Sanità pubblica offre le prestazioni essenziali, il resto è a carico. Questa spesa potrebbe essere ottimizzata con la cosiddetta sanità integrativa, ma circa un italiano su tre non sa che cosa sia e un altro terzo ne ha sentito parlare ma non è in grado di spiegare di che si tratta. E sono 16 milioni gli individui che non conoscono la previdenza complementare.
 
A complicare il quadro c’è l’allentamento di quella rete di “autoprotezione” sociale tipicamente italiana che è data dalle relazioni familiari e parentali: negli ultimi dieci anni le persone che vivono da sole sono cresciute del 36,6% fino a raggiungere i 7,5 milioni, due dei quali costituiti da individui tra i 15 e i 45 anni. «Vivere da soli» osserva così il Censis nel Rapporto «è una condizione che proietta verso l'esterno una domanda di relazionalità e di tutela». In sostanza, welfare e assistenza sono costretti dalla crisi a un processioni di riorganizzazione e contrazione proprio in un periodo storico in cui forme di protezione sociale tradizionali come la famiglia sono sottoposte a erosione. E al momento non si intravedono alternative all’orizzonte.