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BENI E SERVIZI, NEL "NON FARMACO" C'E' DI CHE TAGLIARE

(pubblicato il 07/05/2014)

Bastino i numeri che arrivano dalla Relazione generale sulla situazione economica del Paese, presentata a marzo ma aggiornata all’ultimo consuntivo disponibile, quello del 2012. In tale esercizio la spesa per beni e servizi supera i 35,1 miliardi di euro, con un aumento del 2,1% rispetto al 2011. L’incremento non è spropositato, ma va detto che alcune voci fanno registrare aumenti assai maggiori. I servizi per esempio (sanitari e non) crescono in un anno del 7,5% e – come ammette la Relazione – gran parte dell’incremento va ascritto a consulenze, collaborazioni, lavoro interinale e altre prestazioni non sanitarie. Sale poi del 3,7% la spesa per manutenzioni e riparazioni (trainata dalle manutenzioni esternalizzate, +4,2%), mentre restano nella media gli aumenti registrati nella spesa per servizi sanitari non appaltati (lavanderia, pulizia, mensa, riscaldamento: +2,1%) e per oneri di gestione (amministrazione, assicurazioni, utenze eccetera: +2,1% anche qui).
 
Come detto, non si tratta di aumenti clamorosi ma a confronto delle percentuali che si registrano nell’assistenza strettamente sanitaria sparisce ogni dubbio sulle voci che più si prestano a razionalizzazioni. Nel 2012, per esempio, la spesa farmaceutica convenzionata è calata dell’8,6%; quella per la medicina di base è rimasta pressoché stabile (+0,6) come la specialistica convenzionata e accreditata (+0,7%) e l’ospedaliera accreditata (+0,2%); infine, la spesa per assistenza riabilitativa è calata del 2,9%, quella per integrativa e protesica del 4,9%.