BAIO, PRESIDENTE DEL COMITATO NAZIONALE PER I DIRITTI DELLA PERSONA CON DIABETE: PER I DIABETICI IRRINUNCIABILE DISTRIBUZIONE IN FARMACIA
(pubblicato il 25/07/2014)
Non cambia la posizione di associazioni dei pazienti e società
scientifiche della diabetologia, riunite ieri a Roma su iniziativa del
Comitato nazionale per i diritti della persona con diabete con
l’obiettivo di fare il punto sulle novità che arrivano dalla politica.
«Il Patto firmato l’altra settimana da Governo e Regioni» spiega a
Filodiretto Emanuela Baio (foto), presidente del Comitato «offre nei
suoi contenuti interessanti aperture ai malati: per esempio, nelle
premesse si dice a chiare lettere che la salute è un investimento
economico-sociale e non un costo, un’affermazione che si sposa con la
richiesta dei diabetici di essere messi nelle condizioni di vivere
meglio la loro malattia. Positivi anche quei passaggi nei quali si
promette un Piano nazionale delle cronicità e una nuova governance dei
dispositivi medici, in una logica di costo-efficacia. E ovviamente c’è
gradimento anche per il ruolo riconosciuto alla farmacia dei servizi
rispetto alla presa in carico delle cronicità».
Al contrario, preoccupa l’insistenza di Governo e Regioni a picchiare
sul tasto delle gare a evidenza pubblica come strumento di (presunto)
risparmio nella spesa per dispositivi e presidi, tema che nel Patto
trova ulteriore sviluppo. E che già aveva ricevuto dalle associazioni
pesanti critiche a maggio, quando il Comitato lanciò il Protocollo per
il diabete, il manifesto per i diritti delle persone diabetiche
sottoscritto da un panel di associazioni dei malati e sigle della sanità
(tra le quali Federfarma, presente all’incontro di ieri con la sua
presidente, Annarosa Racca). «Il fatto» spiega Emanuela Baio «è che le
gare per come funzionano privilegiano soltanto il prezzo più basso. La
nostra tesi, invece, è che dovrebbe essere il diabetologo a decidere
quale presidio sia più adatto a ogni singolo paziente: parliamo di
dispositivi destinati all’autocontrollo, quindi è fondamentale che il
malato li usi correttamente e che diano valori esatti. Come dimostrano
diversi studi, un autocontrollo lacunoso accresce l’incidenza di
complicanze». E quindi alla fine il Ssn spende di più.
Nel corso dell’incontro, così, le associazioni hanno convenuto sulla
necessità di avviare da settembre un giro di incontri con amministratori
e funzionari della Sanità federalista per dare la massima diffusione a
preoccupazioni e proposte dei malati. «La nostra idea» prosegue Emanuela
Baio «è che gli stessi risultati in termini di governo della spesa si
potrebbero raggiungere se anziché alle gare si facesse ricorso a un
sistema di prezzi di riferimento analogo a quello adottato in Francia.
Dove sui dispositivi vigila l’Agenzia nazionale del farmaco, attraverso
strumenti non dissimili da quelli utilizzati dall’Aifa sui medicinali:
c’è un repertorio che elenca i prodotti autorizzati – dopo una selezione
severissima – e c’è una negoziazione con i produttori per stabilire il
prezzo di rimborso». Quanto alla distribuzione, poi, meglio che le Asl
lascino il campo alle farmacie: «La persona affetta da diabete» osserva
Baio «ha già parecchi problemi ed è costretta a vivere una vita
complicata. Non si capisce perché complicarla ulteriormente
costringendola a spostamenti continui, code e perdite di tempo. La
distribuzione in farmacia è la soluzione più comoda e anche sicura».