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CANNABIS DI STATO, FIRMATO IL PROTOCOLLO. FEDERFARMA: FARMACIE PRONTE

(pubblicato il 25/09/2014)

  «Attualmente» ha ricordato Lorenzin dopo la firma «la marijuana viene acquistata all’estero a prezzi che si aggirano sui 15 euro al grammo. Il costo di un anno di terapia si aggira sui 900 euro all’anno. Grazie alla produzione dello Stabilimento chimico farmaceutico, contiamo di abbattere i costi almeno della metà, per raggiungere così una platea di potenziali malati che si aggira tra i 600mila e i 900mila individui».
 
Perché la cannabis “di Stato” arrivi nelle farmacie, però, serviranno ancora alcune tappe: un gruppo di lavoro costituito da esperti e rappresentanti delle Regioni sta mettendo a punto un protocollo tecnico che entro il 30 settembre dovrà essere inviato al Consiglio superiore di Sanità per il via libera. Altri 15 giorni circa e a meno di sorprese dovrebbe scattare il via libera alla produzione nello Stabilimento dell’Esercito. «Poi» ha continuato Lorenzin «toccherà alle Regioni attrezzarsi: come organizzare la distribuzione tra farmacie del territorio e ospedaliere e se applicare un ticket». Fatti quattro conti, la produzione fiorentina dovrebbe arrivare ai pazienti dal nuovo anno. «In ogni caso» ha concluso Lorenzin «la cannabis entrerà nei Livelli essenziali di assistenza».
 
In attesa che si completi il percorso, Federfarma ha già assicurato la disponibilità delle farmacie private. «I titolari» dichiara in una nota la presidente, Annarosa Racca «sono pronti ad assicurare la disponibilità delle preparazioni con cannabis sulla base delle forniture che arriveranno dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Apprezziamo questa iniziativa che agevola l’accesso alle cure palliative a diverse categorie di malati gravi, proseguendo in un percorso nel quale sono fortemente impegnate anche le farmacie». In tempi di spending review, ha continuato Racca, «è positivo il risparmio che lo Stabilimento militare di Firenze assicurerà al Ssn».
 
Nella conferenza stampa, i due ministri Lorenzin e Pinotti hanno anche espresso la volontà di estendere lo stesso modello di collaborazione anche alla produzione di alcune categorie di farmaci orfani.