Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

La notizia in dettaglio...

torna indietro  

LEGGE DI STABILITA', SPUNTA A SORPRESA LO SPLIT PAYMENT

(pubblicato il 05/01/2015)

 Obiettivo prioritario del provvedimento, del quale erano già giunti sussurri a ottobre, dovrebbe essere quello di scoraggiare truffe ed evasioni: nello split payment, infatti, la pubblica amministrazione versa ai propri fornitori l’ammontare della cifra fatturata detratta però dell’Iva, che viene versata all’Erario dall’amministrazione stessa. In questo modo, spiega il Governo, i soliti furbi dovrebbero avere vita più difficile. Per i critici, invece, l’obiettivo è soltanto quello di trattenere liquidità nelle casse pubbliche: con tale meccanismo, infatti, i fornitori della Pa andranno sempre in credito (perché sulle fatture a loro carico l’Iva continueranno a pagarla) e dovranno dunque dipendere dai rimborsi tutt’altro che puntuali del Fisco. Spinge a pensar male anche la tempistica del provvedimento: era convinzione diffusa che prima di far partire lo split payment il Governo avrebbe atteso l’ok dell’Unione europea (indispensabile su materie come questa), invece il maxiemendamento dà il via già dal 1° gennaio, concedendo pochissimo tempo alle imprese per prepararsi.
 
E le farmacie? L’opinione prevalente è che la novità avrà impatto ridotto sulla maggior parte dei titolari, ma per averne la sicurezza c’è prima da sciogliere un interrogativo: lo split payment interesserà soltanto le somme fatturate alle Asl oppure qualcuno proverà a metterci dentro anche le dcr? Chiarimenti dovrebbero arrivare dal decreto attuativo che la direzione generale delle Entrate starebbe per emanare, ma intanto Federfarma ha già chiesto ai propri consulenti fiscali – Giovanna Castelli e Giampietro Brunello – un parere tecnico che possa fare eventualmente da base per approfondimenti con l’amministrazione fiscale. «In linea di principio» spiega Castelli a Filodiretto «tutte le somme certificate da scontrino fiscale non dovrebbero rientrare nello split payment. Se questa lettura verrà confermata, il rischio di andare in credito di Iva riguarderà un numero molto ristretto di farmacie, essenzialmente quelle che hanno sostenuto di recente cospicui investimenti».