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RICONCILIAZIONE DELLA TERAPIA, DAL MINISTERO RACCOMANDAZIONI PER L'USO

(pubblicato il 28/04/2015)

 Identiche le premesse: nelle cosiddette «transizioni di cura», ossia il ricovero o la dimissione del paziente, gli errori in terapia correlati a discrepanze non intenzionali nelle somministrazioni possono causare danni come «il prolungamento della degenza o ricoveri ripetuti e l’impiego di ulteriori risorse sanitarie».

Per ovviare al problema, che comporta inappropriatezze e spreco di ricorse, il Ministero consiglia di intervenire al termine di ogni transizione di cura con una “riconciliazione della terapia”, ossia una revisione accurata dei medicinali fino a quel momento assunti dal paziente e di quelli previsti per la condizione clinica in corso. Tale pratica, spiega la Raccomandazione, si divide in due fasi, ricognizione e riconciliazione: nella prima vengono raccolti i dati del paziente relativi al consumo di etici, Sop, Otc, omeopatici, integratori, fitoterapici e – eventualmente – alcol, fumo e droghe; nella seconda si esegue «il confronto tra la terapia seguita e quella che si vuole impostare». Tra le informazioni da raccogliere (prioritariamente attraverso un colloquio con il paziente) spiccano il nome commerciale e/o del principio attivo di tutti i medicinali che si stanno assumendo, la forma farmaceutica, il dosaggio, la posologia giornaliera, la data di inizio e la durata della terapia, la data e l’ora dell’ultima dose assunta, la via di somministrazione e gli eventuali trattamenti a carattere sperimentale, compreso l’utilizzo compassionevole e di farmaci off label.

Come scrive il Ministero, è importante che la ricognizione venga effettuata nelle 24 ore dalla presa in carico del paziente e che il medico incaricato di effettuarla sia supportato da un farmacista, «per le conoscenze specifiche che gli derivano dalla professione». Il documento ministeriale, inoltre, specifica che la riconciliazione della terapia è una metodica da applicare innanzitutto in ambito ospedaliero, ma ammette anche che «alcuni aspetti sono validi per avviare questa buona pratica anche nelle cure primarie, coinvolgendo gli studi/ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di famiglia e le farmacie del territorio». Anche perché l’implementazione della metodica dovrà tenere necessariamente conto «degli sviluppi della sanità elettronica in generale e della diffusione e applicazione della ricetta elettronica, del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e del Dossier farmaceutico».