Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

La notizia in dettaglio...

torna indietro  

I "SAGGI": PIU' CONCORRENZA SUL FARMACO, NON SULLE FARMACIE

(pubblicato il 19/04/2013)

 I sei (Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, Salvatore Rossi, membro del direttorio di Bankitalia, Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei, Giancarlo Giorgetti e Filippo Bubbico, presidenti delle commissioni parlamentari permanenti) hanno consegnato oggi la loro relazione finale al Capo dello Stato (assieme a quella dei quattro saggi che si sono occupati di riforme istituzionali).

 Il documento, un’ottantina di pagine in tutto, tocca tutti i settori del sistema-paese, dall’istruzione al lavoro, dalla Sanità all’innovazione. E torna a invocare iniezioni di concorrenza a massicce dosi: «La concorrenza aumenta il benessere dei consumatori perché accresce le loro possibilità di scelta e porta una riduzione dei prezzi» si legge nella relazione «e costituisce un potente catalizzatore per l’innovazione, che è uno strumento fondamentale per rafforzare la crescita e la competitività».

Per i saggi, dunque, vanno rimosse «le barriere che bloccano alcuni settori e rendono difficile, anche nei mercati aperti e liberalizzati, l’effettiva partecipazione di nuovi attori economici». E’ un discorso che vale soprattutto per alcuni comparti strategici: il trasporto (aereo e ferroviario), le assicurazioni, l’energia, le poste, i servizi pubblici. E, appunto, il farmaco. Nel documento però i sei non toccano il versante della distribuzione, ma soltanto quello della produzione. E al centro delle loro considerazioni ci sono soprattutto gli equivalenti: «Nel settore farmaceutico» scrivono «si riscontrano ancora rilevanti ostacoli all’ingresso dei farmaci generici, mentre nei principali Paesi europei il loro mercato rappresenta circa il 60% delle unità vendute. Questa situazione determina un aggravio della spesa a carico del Ssn e di quella dei consumatori. Per risolvere tale situazione, nell’immediato proponiamo di evitare di vincolare le procedure di concessione delle autorizzazioni per l’immissione in commercio di farmaci generici alla risoluzione di eventuali dispute inerenti presunte violazioni della proprietà industriale e procedere a una campagna di sensibilizzazione dei pazienti». Nient’altro, almeno per la farmaceutica. Ed è questa, forse, la vera notizia.