Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

La notizia in dettaglio...

torna indietro  

SERVIZI, DA LODI LA MISURA DEL RUOLO SOCIALE DELLA FARMACIA

(pubblicato il 29/07/2013)

E’ invece ancora tutta da indagare la sussidiarietà che intercorre tra farmacia e Servizio sanitario nazionale, ma alcune ricerche condotte su scala fin troppo locale fanno intuire l’esistenza di una realtà sconosciuta. E’ il caso dell’indagine che qualche settimana fa ha coinvolto le 69 farmacie della provincia di Lodi, in Lombardia: l’obiettivo di Federfarma era quello di misurare quanto sia diffuso il servizio di recapito a domicilio dei farmaci e i risultati lasciano stupefatti. Delle 59 farmacie che hanno risposto al questionario, l’80% dichiara di effettuare la consegna a casa del paziente. E di queste, due su tre assicura il servizio non solo sui medicinali, ma anche su prodotti dell’extrafarmaco come latte in polvere, prima infanzia, protesica, bombole per l’ossigeno eccetera. E non stiamo parlando di favori saltuari al vicino di casa, che quando il titolare rientra per pranzo o cena ci passa davanti: il 17% delle farmacie lodigiane effettua più di dieci consegne al mese e il 19% tra le sei e le dieci.
 
Ma quello che più conta è il contesto: il 96% delle richieste arriva direttamente dal paziente (il restante dal call center istituito nell’autunno scorso da Federfarma Lombardia), il che fa immediatamente capire la dimensione sociale in cui va collocato il servizio. Anche perché delle 69 farmacie del lodigiano, 42 sono rurali a tutti gli effetti e altre cinque sono così periferiche rispetto alla città da esserlo quasi. «Si fa recapito a domicilio perché il farmacista fa parte del paese in cui vive e lavora» spiega Adriana Botti, delegata di Federfarma Milano per la provincia di Lodi «e per questo sente ancora di più il valore sociale della professione». La prova del nove arriva dal tariffario che le farmacie applicano per il servizio: nell’83% dei casi la farmacia effettua il recapito gratuitamente. «Per alcune significa farsi carico di un costo che forse oggi nessun’azienda del normale commercio sopporterebbe» continua Botti «ma la farmacia bada innanzitutto al paziente».
 
Nei piccoli paesi e nelle periferie, dunque, la farmacia sussidia un Ssn dalle braccia sempre più corte esattamente come la famiglia sussidia un welfare che sempre meno riesce a coprire i bisogni. Nel lodigiano è così di certo, servirebbero ricerche dello stesso genere in altre realtà per avere la conferma che anche altrove avviene lo stesso. Si avrebbe in tal modo la misura empirica del valore sociale della farmacia italiana, della sua vocazione tanto peculiare quanto irrinunciabile per Regioni che non sanno più cosa inventarsi per risparmiare. Si avrebbe, finalmente, la conferma che le economie vere non si fanno sulla distribuzione del farmaco, ma sulla valorizzazione delle risorse che la comunità ha dentro di sé.